Rassegna stampa

RePowerEU, pannelli solari sui tetti: ma il fotovoltaico obbligatorio è davvero realizzabile?

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Con il pacchetto RePowerEU l’Ue intende rendere obbligatori, in maniera graduale, l’installazione di pannelli solari sui tetti di diverse strutture: secondo quanto previsto dall’iniziativa EU Solar Rooftops, in particolare, entro il 2026 dovrebbe toccare agli edifici commerciali e pubblici che hanno un’area maggiore di 250 metri quadrati, dal 2027 l’obbligo dovrebbe scattare per quelli già esistente, mentre dal 2026 per i nuovi edifici residenziali.

Di fatto si mira dunque a rendere obbligatorio il fotovoltaico come strumento di produzione energetica, di per sé un’iniziativa lodevole che va nella direzione dell’affrancamento dalle fonti di energia fossile. Ci siamo chiesti tuttavia se queste scadenze hanno reale possibilità di essere rispettate, stante le attuali condizioni da cui partono i Paesi europei, ancora largamente dipendenti da altri Stati per l’approvvigionamento energetico.

Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura

Tra le misure proposte dalla Commissione europea nel pacchetto REPowerEU c’è l’obbligo di pannelli solari su tutti i nuovi edifici dal 2030. É da interpretare come un chiaro segnale che i settori dell’energia e dell’edilizia debbano muoversi in parallelo verso la transizione energetica. I requisiti dei nostri edifici e le regole da rispettare è opportuno che si evolvano insieme ai cambiamenti del contesto e all’innovazione tecnologica. Ormai da anni, ad esempio, è obbligatoria la certificazione energetica in caso di acquisto o di affitto di un immobile.

Prima non era così. Il pacchetto REPowerEU sarà oggetto di negoziati, ma è certo che assisteremo alla crescita della generazione distribuita e dell’autoconsumo. Ripensare i condomini e le case in ottica smart e sostenibile vuol dire anche ridurre bollette ed emissioni nocive per il clima e la nostra salute.

Giorgio Ruffini, CEO di Fotovoltaici.info

Sono molto favorevole all’obbligatorietà del fotovoltaico sulle nuove costruzioni o sulle ristrutturazioni. Ovviamente deve trattarsi di un obbligo espletabile con grande semplicità, fissando una potenza minima poco più che simbolica (ad esempio 2kW ) tale da avere la funzione di non appesantire i costi dell’intervento edile, ma di porre il cittadino di fronte ad una seria valutazione circa l’opportunità di installare un impianto più potente o corredarlo di accumulo.

Porsi questo problema nel momento di un intervento edilizio serve a ridurre i costi di cantierizzazione, di messa in sicurezza e di progettazione, tutti costi che hanno un impatto devastante quando si ipotizza un fotovoltaico per uso domestico e che in questo modo sarebbero invece di entità aggiuntiva trascurabile.

Daniele Iudicone, CEO di Fotovoltaico Semplice

L’idea avanzata dall’Europa può essere concretizzata, a patto di contestualizzare il suo campo di applicazione. Mentre questa misura può essere applicata fin da subito soprattutto per le nuove costruzioni, ad esempio villette in cui è già obbligatorio installare almeno 1kW, è impossibile prevedere un fotovoltaico obbligatorio per tutte le abitazioni. Per propria natura, gli impianti solari sono trasversali, pensati per adattarsi a ogni tipo di casa ed esigenza specifica, e ciò rende di fatto impraticabile la creazione di impianti standardizzati per tutti. Parliamo, insomma, di un vestito che va sempre cucito su misura.

Per aiutare concretamente il nostro Paese a diffondere in modo capillare l’energia pulita fotovoltaica è indispensabile proseguire con misure simili al Superbonus, ad esempio un Superbonus energetico, con cui creare un impianto su misura con le proprie batterie di accumulo, in modo da essere utilizzabile anche di sera, senza dover acquistare energia dalla rete.

Servono inoltre agevolazioni per famiglie, residenti di villette uni e plurifamiliari, mentre nei casi dei condomini occorre ragionare in termini di comunità energetica: ciò permetterebbe di far ospitare il fotovoltaico anche ad abitazioni al momento più complesse da servire.

Per farsi trovare pronti bisogna recepire la direttiva della comunità europea e creare un sistema che sia il più possibile chiaro per imprese e clienti, soprattutto alla luce del Superbonus, una grande misura ma che ha portato difficoltà non indifferenti a tutti gli attori coinvolti. Auspichiamo una linea condivisa che possa favorire questo tipo di operazione su larga scala, indispensabile per garantirsi un futuro energeticamente indipendente. Complici la scarsità dell’energia e gli attuali scenari geopolitici, è ormai inevitabile intraprendere questo tipo di direzione.

L’obbiettivo, insieme a tutti quelli del pacchetto, è molto ambizioso. Per quanto riguarda l’Italia non siamo proprio certi che saprà farsi preparata, ma è anche vero che “da qualche parte si deve pur iniziare”.

Fonte: Green Me

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